Calendario eventi a cura di Paolo Pulina

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Proiezione di “Sonetàula” e di “Bellas Mariposas” di Salvatore Mereu – segnalazione FASICINEMA per Padova

Venerdì, 16. Ottobre 2015, 15:00 - 23:00
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Rassegna “Detour. Festival del Cinema di Viaggio”

Padova, c/o Cinema PORTOastra

16 ottobre ore 15.00 (durata 157')

Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Il film “Sonetàula”

L’azione si svolge in Sardegna tra il 1937 e il 1950. Sonetàula ha dodici anni all’inizio della storia, venticinque al suo tragico epilogo. Servo-pastore nell’adolescenza, il padre al confino, cresce figlio di bosco, con le splendide figure del nonno e di zio Giobatta come guida. A diciotto anni Sonetàula reagisce a un affronto sgarrettando il gregge del provocatore. Non risponde alla chiamata dei carabinieri, sceglie la latitanza e diventa bandito: assalti stradali, ammazzamenti, vita randagia da fiera inseguita, paura, solitudine… e la vendetta sull’uomo che aveva incolpato il padre di un delitto non commesso. Il destino di Sonetàula si intreccia con quello di Maddalena, cresciuta in casa, sempre amata, e di un altro ragazzo, Giuseppino, che ha fatto una scelta diversa allontanandosi dal richiamo della tradizione. Al contrario di Sonetàula, Giuseppino si stacca dalla sorte comune e “si salva” accettando l’inevitabilità dello sviluppo in Sardegna dove, sopra suoni di greggi e raffiche di mitra, passano gli elicotteri dell’antimalaria e sui casolari e i paesi del dopoguerra si accende il miracolo dell’energia elettrica.

“Sonetàula” è la storia di una vita che si consuma alla velocità del vento. Appena fuscello, le ossa che fanno ancora “sonetàula” (rumore di legna), si vede portare via il padre prima ancora che questi l’abbia potuto aiutare a diventare albero. La furia del vento, che soffia come un destino ineluttabile al quale non si riesce a opporre riparo, lo getta presto alla macchia bruciandogli rapidamente il terreno intorno senza che vi abbia ancora potuto mettere radici. La combustione è implacabile e si compie definitivamente in quell’ultimo gesto disperato di fuga col quale si chiude il romanzo [Ndr, l’omonimo romanzo di Giuseppe Fiori]. Spira, sempre, durante tutta la narrazione, una sorta di fato, di stato di necessità, che colloca il racconto dalle parti più alte della tragedia. Nel leggerlo per la prima volta, si avverte forte l’urgenza di risarcire quella piccola vita che si nega, e subito, anche nella semplice veste di lettori, s’impone l’esigenza di raccontarla perché già questo, istintivamente, ci appare un modo di prolungarla, e di rendergli giustizia.

[…] Con molto pudore mi sono addentrato nelle pieghe del racconto e ho cercato di abitarlo cercando di trovare tutto quello che mi apparteneva. Talvolta anche forzandolo, per rendere più vero e più stabile l’appaesamento. Limitarsi ad un’illustrazione filmica, anche di un romanzo mirabile, sarebbe inutile per gli altri e per se stessi, soprattutto quando un racconto offre la possibilità di raccontare un mondo in cui possono trovare tracce della propria esistenza. (Salvatore Mereu)

Ingresso gratuito fino a esaurimento posti disponibili.

 

Rassegna “Detour. Festival del Cinema di Viaggio”

Padova, c/o Cinema PORTOastra

16 ottobre 2015, ore 20.30 (durata 100')

Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Il film “Bellas Mariposas”

3 agosto, Cagliari, quartiere popolare. Alle tre di notte, Cate, undicenne, viene svegliata dalle grida di una stravagante condomina. Cate vorrebbe fuggire da quella casa, dai numerosi e problematici fratelli, dal padre tiranno. Solo Gigi, vicino di casa, merita il suo amore. Lei non vuole finire come sua sorella Mandarina, rimasta incinta a tredici anni. O come Samantha, ragazza desiderio e oggetto del quartiere. E oggi, 3 agosto, la vita di Gigi è in pericolo: Tonio, fratello di Cate, lo vuole uccidere. Cate corre ad avvisare Luna, la sua migliore amica. Le due trascorrono il giorno più lungo della loro vita tra la città, il mare e mille avventure. Ma il suo Gigi è in pericolo. E quando ormai tutto sembra perduto, durante la notte compare dal nulla una bellissima donna: la coga Aleni, una strega che sembra saper leggere il futuro delle persone…

Quando lessi per la prima volta “Bellas Mariposas” ne rimasi abbagliato. Tanto dalla trama, lieve e terribile, e dalle modalità con cui essa si dipana, quanto dalla forma, musicale e inusitata, soprattutto nell’adozione spregiudicata della lingua del luogo. Nella letteratura sarda, mi pare, mai tanta grazia e tanta leggerezza si erano coniugate ad accadimenti anche drammatici. Ogni più piccolo episodio della giornata mirabile di Cate e di Luna anche quando sarebbe meritevole, nelle mani di altri, della peggior cronaca, è sempre stemperato da un’ironia sottile e da una capacità di sorridere di se stessi rara nella nostra letteratura e nel nostro vissuto almeno quanto l’intrusione continua della lingua parlata in quella scritta. Atzeni può essere considerato, a buon diritto, l’apripista, il padre della nuova letteratura isolana, per esplicita ammissione anche di coloro che sono venuti dopo di lui e che a lui hanno manifestato dichiaratamente di ispirarsi. Eppure qui sta il paradosso, l’errore più grande: quello di trattare “Bellas Mariposas” e Sergio Atzeni solo come una faccenda isolana da dibattere tra conterranei. Le “Zazie” di Atzeni (che si aggirano nella città di Cagliari come quella di Queneau faceva a Parigi) potrebbero avere ugualmente vita allo Zen di Palermo, a Scampia, o nelle periferie di Caracas. (Salvatore Mereu)

Ingresso gratuito fino a esaurimento posti disponibili.

 

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