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Presentazione di “Nuddadifà”, terzo romanzo “sassarese” di Nello Rubattu – Circolo Culturale Sardo “Logudoro” di Pavia

Sabato, 11. Giugno 2016, 16:30 - 19:00
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A Pavia, sabato 11 giugno 2016, ore 16,30, presso la sede sociale (Via Santo Spirito 4/a), il Circolo Culturale Sardo “Logudoro” organizza la presentazione del terzo romanzo “sassarese” di Nello Rubattu dal titolo “Nuddadifà”.

Oltre la relazione dello scrittore, sono previsti gli interventi di Gesuino Piga, presidente, e di Paolo Pulina, vicepresidente vicario del “Logudoro”.

Nello Rubattu è nato a Sassari. Dopo gli studi a Bologna ha lavorato come addetto stampa per importanti organizzazioni e aziende italiane. Ha vissuto molti anni all'estero ed è presidente di Su Disterru-Onlus che sta dando vita ad Asuni, un piccolo centro in provincia di Oristano, ad un centro di documentazione sull’emigrazione sarda. Vive a Bologna. È autore di vari saggi e di tre romanzi.   

“Nuddadifà” (Arkadia Editore, 2015). «Un investigatore sgangherato quanto pochi. Tutti lo conoscono con il nomignolo affibbiatogli nella notte dei tempi: “il cavaliere”. Ex poliziotto, ex pugile, ex marito, la sua instabile serenità viene rotta un bel giorno da un gruppo di donne che viaggiano oramai per gli anta, in cerca di una soluzione al mistero che le assilla: chi ha ucciso “Nuddadifà”? Perché, per queste ultraquarantenni cui la vita ha regalato molto poco, il buon Angelo Manca, trovato morto in una pineta frequentata da prostitute, ha rappresentato un momento di fuga, un uomo galante che non sapeva negarsi mai. Per questo il cavaliere, messo alle strette, decide che una verità, dopotutto, queste signore se la meritano. Ma per giungere alla comprensione di un delitto strano e dai contorni da subito misteriosi il cavaliere necessita di tutto l’aiuto che possono fornirgli le sue conoscenze: ed ecco affacciarsi sulla scena papponi, tossici, donne di strada, dottorini con strani vizietti, personaggi di un sottobosco che lui conosce a menadito». (dalla scheda editoriale)

I due precedenti romanzi “sassaresi” di Nello Rubattu.

1) "Hanno morto a Vinnèpaitutti". Nuoro, Il Maestrale, 2006.

«Massimino Piras, detto Vinnèpaitutti (“ce n’è per tutti” nel sapido dialetto di Sassari), viene trovato morto, accoltellato. Dalle testimonianze di personaggi amaramente goliardici e sempre indecisi tra moralismo e morbosità, Vinnèpaitutti appare come il torbido responsabile del degrado di una comunità: feste gay, soldi sporchi, traffici ambigui… Una morte, secondo molti, inevitabile quella di Massimino. Qualcuno, però, va oltre gli angoli scuri della sua vita, e torna ai ricordi di un’età in cui non si può essere colpevoli, ma solo vittime… Hanno morto a Vinnèpaitutti è una tragicommedia salace, ritratto malinconico di una città che, attraverso il mistilinguismo dei racconti paralleli, inspira dai bassifondi la sua sarcastica e rassegnata essenza». (Dalla scheda editoriale)

2) "Pierre". postfazione di Gianni Caria, Tissi (Sassari), Angelica edizioni, 2010.

«Pierre parla in prima persona della sua vita avventurosa. E di vera avventura si tratta, dall'emigrazione in Argentina alla Legione Straniera e alle trincee della Prima Guerra Mondiale, dai vicoli odorosi di aglio e cipolla di Marsiglia fino a Piazza Tola a Sassari. Piazza Tola è storicamente il luogo del commercio ambulante diventato stanziale, delle bancarelle e di chi si sedeva in un angolo per proporre anche poche cose. La Piazza era il cuore pulsante della città, un cuore popolare e sentimentale, in cui si intrecciavano le storie personali di poveracci e di figli di signori, di accudiddi (quelli che venivano dai paesi) e di prostitute. Per Pierre è il luogo della partenza e del ritorno, il centro del mondo di chi il mondo aveva scelto di vederlo prima di decidere dove tornare. Pierre in piazza Tola è tornato per seguire una sua vocazione, quella di insegnare agli altri quanto aveva imparato della vita. Pierre aveva trovato nei bambini che frequentavano la Piazza, e in particolare nei suoi nipoti, un uditorio attento e privo di pregiudizi. Un universo molto maschile, a ben vedere, dove le donne di famiglia stanno in secondo piano e dove un posto privilegiato e quasi riconoscente nel ricordo trovano invece le prostitute. Pierre nel libro ci parla con una lingua pirotecnica e immaginifica, ricca di parole francesi e spagnole, di termini del gergo degli ambulanti, ma è il dialetto sassarese (o, meglio, la variante sassarese della lingua sarda) a emergere qui in tutta la sua prepotenza verbale. Il sassarese è una lingua espressiva, volgarissima, beffarda, spietata, che colpisce come una schioppettata». (Dalla postfazione di Gianni Caria)

Luogo Pavia, c/o sede sociale, Via Santo Spirito 4/a
Contatto Tel. 0382/470209; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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