Calendario eventi a cura di Paolo Pulina
Documentario “L'insolito ignoto - Vita acrobatica di Tiberio Murgia” – Associazione Sardi in Roma “Il Gremio”
A Roma, presso i locali UNAR, via Ulisse Aldrovandi 16, sabato 24 settembre 2016, con inizio alle ore 17,30, per la rassegna “Incontro con il Cinema Sardo” (a cura di Franca Farina), presentazione, proiezione e commento del documentario prodotto dal giornalista e critico cinematografico Sergio Naitza di Cagliari, che sarà presente:
“L'insolito ignoto - Vita acrobatica di Tiberio Murgia”, uno dei grandi caratteristi del cinema italiano.
Ingresso gratuito. Seguirà dibattito e rinfresco in sardo.
(Da sinossi del documentario di Sergio Naitza)
«Quasi mezzo secolo di carriera, un pezzo di storia del cinema italiano attraversato con l’inconfondibile presenza altera e imperturbabile che ha codificato lo stereotipo del meridionale irascibile e focoso. È Tiberio Murgia, sardo di Oristano, scomparso nell’agosto 2010 all’età di 81 anni, attore di cinema e teatro, una vita da caratterista di successo da quando il regista Mario Monicelli lo prese dalla strada e lo scritturò nel 1957 per il ruolo di Ferribotte nel film “I soliti ignoti” trasformandolo in siciliano. Da allora Tiberio Murgia ha attraversato generi e sottogeneri del cinema, indossando sempre la maschera del siculo geloso e sciupafemmine, diventando una presenza fissa della commedia italiana.
Qualche titolo: “La grande guerra”, “L’audace colpo dei soliti ignoti”, “La ragazza con la pistola”, “Costa Azzurra”, “Caccia alla volpe”.
Ha lavorato con i più grandi: Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Totò, Monica Vitti, Claudia Cardinale, Vittorio De Sica, Peter Sellers, Adriano Celentano, Peppino De Filippo, Lando Buzzanca, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Nanni Loy e tanti altri.
La storia artistica di Tiberio Murgia si fonde, e soprattutto confonde, anche con la sua storia personale, quella di un sardo che si riscatta dopo un’infanzia e una giovinezza di fame e stenti: quarto di nove figli, padre contadino, a scuola fino a otto anni, poi subito a lavorare per necessità familiare; quindi l’emigrazione a Roma, fedifrago per questioni di tradimento, manovale col piccone e una vita da lavapiatti davanti, fino all’incontro del destino con Mario Monicelli.
Il documentario racconta l’uomo e l’attore, incrociando l’avventurosa e sbalestrata vita privata con l’intensa e fortunata carriera cinematografica e teatrale, partendo dalla natia Sardegna, passando per il successo fino ai giorni nostri».