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Tiana sul filo della memoria: le vie dell'acqua con i suoi mulini e le sue gualchiere – Circolo Culturale Sardo “Logudoro” di Pavia

Sabato, 22. Ottobre 2016, 16:30 - 18:30
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A Pavia, sabato 22 ottobre 2016, ore 16,30, presso la sede sociale  (Via Santo Spirito 4/a), il Circolo Culturale Sardo “Logudoro” propone una conferenza  della dott.ssa Marilena Ibba su “Tiana (comune in provincia di Nuoro) sul filo della memoria:  le vie dell'acqua con i suoi mulini e le sue gualchiere”

La conferenza dal titolo “Tiana, sul filo della memoria: le vie dell'acqua con i suoi mulini e le sue gualchiere” ha la finalità di dare visibilità e valorizzare il patrimonio ambientale e culturale di una piccola comunità sarda, come quella di Tiana, anche in termini di promozione turistica. La relatrice, dottoressa Marilena Ibba, avvalendosi del supporto tecnico del signor Gugliemo Zedda, proporrà, anche attraverso la proiezione di fotografie e filmati, la descrizione e il racconto della storia e del presente di questo piccolo paese della Barbagia, emblema di una realtà come quella dell'interno della Sardegna, ricca di un patrimonio culturale e naturale ancora inespresso.

Ingresso libero. A conclusione, buffet a base di prodotti sardi.

A Tìana (Nuoro), a circa un Km dal centro abitato, si trova il Museo di archeologia industriale ''Le Vie dell'Acqua'' costituito da un mulino e da due gualchiere siti in località Gusabu sul rio Torrei. Essi costituiscono due esempi di archeologia industriale e rurale, ancora perfettamente funzionanti.

Le gualchiere furono costruite nel ’700 e venivano utilizzate per la follatura (battitura) dell'orbace, tipico panno sardo ottenuto dalla lana di pecora. Coi grandi magli di legno azionati dall'acqua del Rio Torrei, battevano l'orbace per ammorbidirlo e renderlo impermeabile e più resistente. Il mulino, invece, era utilizzato per la macina del grano.

L'orbace è un antico tessuto ottenuto dalla filatura della lana di pecora mediante una specifica lavorazione. È il più antico tessuto sardo che si conosca, se ne produceva in grandi quantità già nel 206 a.C. ed è stato il tessuto della tradizione sarda più usato fino al 1900.             

Esso era di qualità e fattura diversa a seconda delle categorie sociali alle quali era destinato e al vario uso: da su gabbanu o saccu de imboddiare (cappotto del pastore) all'abbigliamento del costume tradizionale

L'armatura del tessuto è a tela e il colore, tipicamente scuro, è dato con la tintura.  La particolarità dell'orbace, ottenuto selezionando i peli più lunghi durante la fase della cardatura, era quella di aver subìto, dopo la tessitura un processo di follatura che ne provoca l'infeltrimento. Per questo motivo, dopo la tessitura, l'orbace veniva portato nelle gualchiere, is craccheras, passato al bagno e follato a lungo con dei magli di legno azionati da ruote idrauliche lungo il corso dei fiumi. In tal modo infeltriva e diventava impermeabile. Per ultimo veniva tinto e ciò avveniva usando le colorazioni naturali più facilmente reperibili e più efficaci per ottenere il nero, il marrone, il giallo e il rosso.

(dal Sito web del Comune di Tiana)

Luogo Pavia, c/o sede sociale, Via Santo Spirito 4/a
Contatto Tel. 0382/470209; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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